Per saperne di più...

SCREENING PRENATALE

TEST COMBINATO-INTEGRATO-TRI-TEST

TEST DNA FETALE

TEST PER LA VALUTAZIONE STATO DI PORTATORE DI MALATTIE GENETICHE

CONSULENZE GENETICHE

AMNIOCENTESI

In collaborazione con:

TOMA https://www.tomalab.it/

GENET https://genet.care/

ALTAMEDICA http://www.altamedica.it/

 

AMNIOCENTESI

Che cos’è l’amniocentesi? Come e quando si effettua?

L’amniocentesi consiste nel prelievo di liquido amniotico sotto guida ecografica mediante un ago sottile,

effettuabile dalla 15° settimana compiuta di età gestazionale. Dopo l’individuazione mediante ecografia di una falda adeguata di liquido amniotico e dopo disinfezione della sede di infissione dell’ago si procede all’inserimento di quest’ultimo attraverso la parete addominale materna fino ad attraversare la membrana del sacco amniotico.

Dopo eliminazione di una piccola quantità di liquido amniotico (per ridurre il rischio di contaminazione maternadel liquido) se ne aspirano 15-20 cc che vengono raccolti in provette.

Quali sono le motivazioni per le quali una donna può decidere di sottoporsi all’amniocentesi:

Ferma restando la facoltà della persona assistita, resa edotta dei rischi, di richiedere di sottoporsi all’esame,costituiscono attualmente condizioni riconosciute di aumentato rischio per anomalie cromosomiche, secondo il Decreto Ministeriale del 10/9/1998, l’età materna avanzata (> 35 anni), la presenza di un assetto cromosomico particolare in uno o in ambedue i genitori, un precedente figlio con malattia cromosomica, malformazioni fetali rilevate all’esame ecografico, un test di screening ( es. test combinato) che indichi un rischio elevato per trisomia21 o altra anomalia, una consulenza genetica che suggerisca l’effettuazione dell’esame .

Resta ferma la facoltà della persona assistita che si trova nelle suddette condizioni di rischio di non sottoporsi all’esame.

Obiettivi della metodica diagnostica

Costituiscono obiettivi dell’esame la determinazione del cariotipo fetale, l’esame del DNA fetale o l’eventuale ricerca di agenti infettivi virali o protozoari. In tutti i casi la possibilità di individuare una malattia genetica dipende dall’indicazione all’accertamento e dalle metodiche di laboratorio impiegate nella fase diagnostica.

In quale percentuale il prelievo ha successo?

Il successo del prelievo è del 98% al primo tentativo e del 99,8 % ad un eventuale secondo tentativo.

È’ un esame che richiede una particolare preparazione?

Non è necessaria alcuna preparazione specifica. Non è necessario digiuno ed è opportuno che la vescica materna venga svuotata poco prima dell’esame. I dati desumibili dalla letteratura non raccomandano attualmente alcuna premedicazione farmacologica all’esame in modo routinario.

E’ un esame doloroso? Possono presentarsi complicazioni?

L’esame non è doloroso. Possono però verificarsi complicazioni. I rischi materni sono quelli comuni alle procedure invasive; sono possibili, seppur molto raramente, complicazioni materne anche gravi; i rischi fetali sono

l’aborto e/o complicanze della gravidanza che presentano una incidenza dell’0,5 -1 % circa. Il rischio di malformazioni fetali è sovrapponibile a quello della popolazione generale se l’esame viene effettuato dopo la 15°settimane compiuta di età gestazionale.

È’ un esame diagnostico che ha dei limiti?

L’accuratezza diagnostica nell’analisi del cariotipo fetale è molto elevata. Sono riportate in letteratura percentuali di fallimento dell’analisi citogenetica dello 0,2%, falsi positivi nello 0,2-0.5%circa, falsi negativi in proporzione1:5000 casi; in caso di mosaicismo (eventualità che si presenta nell’ 1 :1000 dei casi) può essere suggerito dalla consulenza genetica procedere a cordocentesi.

 

TEST DI SCREENING ED ESAMI DIAGNOSTICI PER LE ANOMALIE CROMOSOMICHE E/O LA SPINA BIFIDA APERTA: 

Con il termine "difetto congenito" si intende un’anomalia fisica che un bambino presenta alla nascita.
La maggior parte dei neonati (97%) non ha difetti congeniti.

Nel caso il neonato risulti affetto da un difetto congenito, alcune anomalie possono essere state ereditate dai genitori, altre sono la conseguenza di infezioni o di esposizione a sostanze nocive nel corso della gravidanza, ma per la gran parte non ne è conosciuta la causa e la maggior parte dei bambini con difetti congeniti nasce da coppie in cui non vi è nessun fattore di rischio conosciuto. Vi sono degli esami (test di screening) che permettono di dare alcune informazioni alle donne gravide circa il rischio di avere un bambino con certe anomalie (come la sindrome di Down o la spina bifida) e di consigliare quindi un test diagnostico (prelievo di villi coriali oppure l’amniocentesi) solo alle donne con un rischio più elevato.

 I termini “screening” e “diagnosi” definiscono esami che hanno finalità diverse.

I test di screening
 consentono di selezionare, nella popolazione generale, un ristretto gruppo di donne a rischio maggiore di avere un feto affetto (malato) a cui riservare  ľofferta dei test diagnostici.

I test diagnostici sono quelli che permettono di formulare una diagnosi, quindi di sapere se il feto è sano o malato.

Se prendiamo come esempio le anomalie cromosomiche, in specifico la trisomia 21, i test di screening proposti ed utilizzati sono stati diversi di cui il primo è stata ľetà materna a cui si sono aggiunti test biochimici sul siero materno e/o parametri fetali valutati mediante ľesame ecografico (translucenza nucale, test combinato, test integrato, tri-test).

Tutti i test  hanno come obiettivo quello di identificare alľinterno della popolazione di donne in gravidanza, il gruppo che ha un rischio maggiore di avere un feto affetto da patologia cromosomica, in specifico della trisomia 21 o sindrome di Down che è l’anomalia genetica piu frequente.

Cos’è la sindrome di Down?
È una sindrome caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 21 in eccesso (trisomia 21) nelle cellule del bambino che si sta formando. Circa 1 bambino su 700 nasce con la sindrome di Down. Di solito la sindrome non è ereditaria, e può quindi nascere un bambino affetto in famiglie che non hanno mai avuto alcuna precedente patologia congenita.
La sindrome di Down è la causa più comune di disturbo mentale ed è spesso associata a problemi fisici come anomalie cardiache o disturbi visivi e uditivi. Prima della nascita non è possibile valutare il grado di disabilità.
Circa 9 bambini su 10 con sindrome di Down sopravvivono oltre il primo anno, e la metà raggiunge i 60 anni.

Che cosa sono i difetti di chiusura del tubo neurale?
I due principali difetti di chiusura del tubo neurale sono la spina bifida e l’anencefalia.

La spina bifida è un’apertura nella colonna vertebrale che può determinare un danno all’innervazione della parte inferiore del corpo, con possibile paralisi agli arti inferiori e problemi funzionali vescicali ed intestinali. La spina bifida può associarsi ad eccesso di liquido nell’encefalo, idrocefalia: questa condizione può essere corretta chirurgicamente ma può lasciare disturbi mentali. Circa 1 su 5 nati con spina bifida hanno l’apertura coperta da cute (spina bifida occulta) che non è individuabile con i test sul sangue materno. Questa condizione è di solito meno grave della spina bifida aperta.  I nati con anencefalia sono privi di una parte del cranio ed il cervello non è regolarmente formato; possono nascere vivi, ma sopravvivere per poco tempo.

Che cosa si intende per rischio?
Il rischio esprime la probabilità che un evento si verifichi. Per esempio, un rischio di sindrome di Down di 1 su 100 significa che se 100 donne hanno questo risultato dal test, ci si attende che una di queste abbia un neonato con la sindrome e che 99 abbiano invece un nato non affetto. Il test di screening non è diagnostico, ma offre una valutazione personalizzata del rischio.

Cosa significa "test negativo"?
La maggioranza delle donne ha un test negativo. Questo non esclude con certezza che il feto sia affetto da una delle patologie nominate, ma indica solo che il rischio per quella gravidanza è rimasto al di sotto della "soglia di allarme". Ciò succede perché il test non è in grado di individuare tutte le gravide con feto affetto. Un test negativo non esclude, quindi, completamente la possibilità che il feto sia affetto da anomalie cromosomiche o da difetti del tubo neurale, ma indica che l’evento è poco probabile .

Cosa significa "Test positivo"?
Un risultato positivo dello screening significa che la donna ha un rischio di anomalia fetale superiore a quello della popolazione generale. A tali donne, saranno offerte le possibilità diagnostiche (prelievo di villi coriali, amniocentesi, esame ecografico di II Livello). Per la sindrome di Down, secondo le indicazioni delle Società Scientifiche e le disposizioni del Ministero della Sanità Italiano, si considerano a rischio le donne per le quali il calcolo porti a valori di rischio uguale o superiore a 1 su 350 nati.
La maggior parte delle donne positive al test di screening non avrà un feto affetto dalle sindromi ricercate.

Un test di screening non è “giusto” o sbagliato”: la sua finalità NON è di dire se il feto è sano o malato, ma solo di esprimere un rischio personalizzato, cioè il rischio che quel feto ha di essere sano o malato. Sulla base di quel rischio ogni donna/coppia può scegliere se effettuare o meno un test diagnostico.

La diagnosi in epoca prenatale può essere formulata mediante lo studio del cariotipo da cellule fetali ottenute da diversi tessuti a seconda della procedura utilizzata:

• il prelievo dei villi coriali (tessuto coriale)

• ľamniocentesi (liquido amniotico),

• la funicolocentesi o cordocentesi (sangue fetale).

Sulle cellule fetali prelevate è possibile studiare i cromosomi e dire se sono in numero corretto oppure no. Trattandosi di procedure di diagnosi prenatale invasiva (DPI) che sono gravate da un rischio di aborto (circa 1% in più rispetto alla popolazione che non si è sottoposta a DPI), sono offerte alle donne che presentano un rischio superiore alla popolazione generale oppure che, opportunamente informate, lo richiedano.
Deve essere chiaro che ľunico modo per effettuare la diagnosi è lo studio del cariotipo fetale.

È opportuno che tutte le donne in gravidanza siano informate della differenza tra un test di screening e un test diagnostico.

Quali sono i test di screening della sindrome di Down?

Attualmente è possibile effettuare:


- test combinato;

- test integrato;

- tri-test o test di Wald;

- test del DNA fetale.

Il test integrato  consente il calcolo del rischio sia per la trisomia 21 che per i difetti aperti del tubo neurale.Il test si realizza in due tempi:la prima parte si effettua tra 11 e 13 settimane di gestazione con uno specifico esame ecografico (si valutano ľetà gestazionale misurando la lunghezza del feto e si effettua la misurazione della Translucenza Nucale) ed esami su un prelievo di sangue (dosando la concentrazione della proteina plasmatica PAPP-A). Il termine“ translucenza nucale” (NuchalTranslucency o NT) indica lo spessore dei tessuti molli dietro la nuca del feto.
È stata chiamata così perché appare come un’area scura all’ecografia. Va misurata in un momento preciso della gravidanza, tra 11 e 13 settimane, quando il feto ha una lunghezza fra 40 e 85 mm. Se è spessa (uguale o maggiore di 3,5 mm), aumenta in modo significativo il rischio che quel feto abbia una patologia cromosomica e/o una malformazione e quindi vengono proposti degli esami aggiuntivi.La seconda parte consiste in esami eseguiti su un secondo prelievo di sangue effettuato tra 15 e 17 settimane di gestazione (si dosano Estriolo, Alfa-fetoproteina o AFP e Gonadotropina Corionica o hCG). Il test  consente il calcolo del rischio sia per la trisomia 21 che per i difetti aperti del tubo neurale (vedi dopo)

ll test combinato si effettua tra 11 e 13 settimane di età gestazionale e si compone di uno specifico esame ecografico nel quale si esegue la misurazione della "Translucenza Nucale" un prelievo di sangue per il dosaggio di due ormoni (ľormone Free-betahGC e la proteina plasmatica PAPP-A). Il test combinato elabora tutte le informazioni raccolte (ossia la concentrazione delle due sostanze ormonali, lo spessore della Translucenza Nucale e ľetà materna) e calcola per quella donna il rischio di avere un feto con la sindrome di Down).

Il tri-test consiste nel dosaggio su siero materno di tre ormoni prodotti del metabolismo feto-placentare (Estriolo, Alfa-fetoproteina AFP e Gonadotropina Corionica) a 15-18 settimane di età gestazionale. É indispensabile una corretta datazione della gravidanza per cui è opportuno che la donna abbia eseguito un esame ecografico. Esso consente il calcolo del rischio sia per la trisomia 21 che per i difetti aperti del tubo neurale (vedi dopo)

Il test del DNA fetale (detto anche cfDNA –cellfree DNA oppure NIPT –non invasive prenatal testing).

È un test che si esegue sul sangue materno, quindi  mediante un prelievo di sangue alla futura mamma, da cui viene estratto ed analizzato il DNA libero fetale o per maggiore correttezza il  DNA di origine placentare Dal DNA  estratto è possibile conoscere se quel feto ha un rischio basso o elevato di essere affetto da una delle tre patologie cromosomiche più frequenti (trisomia 21, 18 e 13) con una sensibilità molto elevata in quanto identifica oltre il 99% dei feti con la trisomia 21 ed il 95-97% dei feti con trisomia 18 o 13.

Il test del DNA fetale è un test di screening che ha una maggiore accuratezza (sensibilità e specificità) rispetto a quelli finora utilizzati e descritti in precedenza  (test combinato o integrato)

Va ricordato pero che  i test tradizionali (test combinato e test integrato) forniscono, con il dosaggio degli analiti, altre informazioni (ad esempio AFP elevata, PAPP-A bassa), altrimenti non ottenibili QUINDI ha un senso fare anche i l test integrato per le informazioni che esso può fornire quali il rischio per la spina bifida ed il dosaggio di ormoni feto-placentari (PAPP-A, estriolo non coniugato, AFP) oppure il dosaggio dell’alfa-fetoproteina (AFP) a 15-16 settimane che permette di calcolare il rischio per la spina bifida aperta (DTN – difetti del tubo neurale)

Prima del prelievo ematico(in accordo a quanto suggerito da molte Linee Guida internazionali ed anche dalle Linee Guida del Ministero della Salute redatte a maggio 2015) è molto importante eseguire

  • una consulenza in cui siano illustrate le informazioni che il test può fornire ed i suoi limiti,
  • un’ecografia per datare la gravidanza, misurare la translucenza nucale (se non è ancora stata misurata), valutare se si tratta di una gravidanza singola o gemellare

Sul DNA libero fetale è possibile andare a ricercare, con diversa sensibilità e specificità, non solo la trisomia del cromosoma 21, 18 e 13, ma anche
- le anomalie di numero dei cromosomi sessuali (sensibilità 90-95%)
- la microdelezione22q11.2 del cromosoma 22 o sindrome di Di George (sensibilità 75%)
- le anomalie di numero a carico di altri cromosomi come il 9,16, 22
- le anomalie di numero di tutti i cromosomi
- alcune sindromi da microdelezione o microduplicazione (un pezzettino molto piccolo di DNA in più oppure in meno) con una attendibilità al momento non conosciuta (test non validato)
- alcune malattie monogeniche con una attendibilità al momento non conosciuta (test non validato)

Vi sono “pacchetti” diversi, anche in funzione del Laboratorio che ha sviluppato la ricerca in un senso anziché in un altro ed ha acquisito specifici brevetti.In presenza di una malformazione fetale rilevata con l’ecografia oppure se l’esito del NIPT è positivo cioè evidenzia un rischio elevato di patologia cromosomica fetale, è indispensabile eseguire una consulenza appropriata ed è consigliato un test diagnostico (studio del cariotipo o altri accertamenti su cellule fetali prelevate mediante biopsia coriale oppure amniocentesi).

Per maggiori informazioni  e possibile visualizzare un video prodotto della genetista Dott.ssa Francesca Grati

https://youtu.be/CYxW1oZteS4

Quali sono i test di screening per i difetti del tubo neurale (DTN)?

Con la valutazione del dosaggio di un ormone, ľalfafetoproteina (AFP), nel sangue materno (MS-AFP) è possibile identificare le gravide a rischio maggiore di avere un neonato affetto da spina bifida aperta (le forme in cui vi è un’apertura non solo della colonna, ma anche della cute fetale). Con ľesame ecografico di screening a 19-21 settimane di età gestazionale (la cosiddetta “ecografia morfologica”) è possibile individuare i segni ecografici indiretti che indicano un rischio maggiore di spina bifida cistica o mielomeningocele (le forme in cui il midollo e/o le meningi protrudono alľ esterno della colonna).

Con i due test è quindi possibile identificare le situazioni a rischio sia per la spina bifida aperta che per la spina bifida cistica, mentre la spina bifida chiusa non cistica oppure le forme con un difetto piccolo fuggono ad entrambi i test.

La comunicazione dei referti di tutti i test eseguiti avviene telefonicamente e si fissa un appuntamento per la consegna e la discussione del risultato con la donna/coppia

 

TEST DI IDENTIFICAZIONE DEI PORTATORI SANI:

Permettono di individuare mutazioni comuni attraverso lo screening di popolazione (anche in epoca neonatale), oppure di effettuare indagini sui familiari a rischio di soggetti affetti da patologie genetiche più o meno rare. I test per la verifica dello stato di portatore consentono di rilevare la presenza di una variante genetica che potrebbe essere trasmessa alla prole e causare anche una patologia nel caso in cui questa variante, o una simile, sia presente anche nel partner. Questo tipo di test può essere offerto alle coppie che progettano una gravidanza e che sono a rischio per la storia familiare di patologie autosomico recessive, come la fibrosi cistica o l’anemia mediterranea. Un portatore di una malattia autosomica recessiva è solitamente asintomatico, oppure presenta solamente sintomi lievi. Tuttavia, nel caso in cui i suoi figli ereditino due copie del gene mutato, una da ciascun genitore, è possibile che la malattia si manifesti. Per ciascuna gravidanza, i genitori entrambi portatori di una variante autosomico recessiva hanno una possibilità su quattro di avere un figlio affetto, una possibilità su due di avere un figlio portatore asintomatico e una possibilità su quattro di avere un figlio sano e non portatore.

Per ulteriori informazioni si può contattare la genetista

Prof.ssa Faustina Lalatta

faustina.lalatta@fastwebnet.it

Sara’ disponibile anche una consulenza per via telematica

 

PER INFO O PRENOTAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI

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